top of page
Dayana Isabel Callà

Il libero arbitrio delle Povere Creature

La storia di Bella Baxter è anche il racconto di un percorso verso il libero arbitrio, da povera creatura a donna emancipata. Un percorso il cui valore dipende molto dalle tappe e dalle esperienze a partire da cui bella sviluppa la propria coscienza.

 



E Dio disse: “Facciamo l’uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza, e domini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutte le bestie selvatiche e su tutti i rettili che strisciano sulla terra”

Gen 1, 26-31


Queste le parole di Dio il sesto giorno della creazione, parole che risuonano nell’operato del dottor Godwin “God” Baxter. Lui uomo di scienza, lontano dall’immaginario comodo della religione, crea creature a sua immagine e somiglianza e le domina. Un uomo diventato creatura, segnato da profonde cicatrici lasciate dal padre, a sua volta scienziato, che vide in lui, suo figlio, sua creazione, la perfetta cavia da sperimentazione. Le creature del Dottor Baxter sono molteplici, dall’anatra con il corpo di un bulldog francese fino alla testa di questo sul corpo di una gallina. Tutte come lui non sono quello che dovrebbero essere, sono visioni alterate della realtà.

Ma tra i corridoi della dimora Baxter, con passo buffo e poco stabile, c’è pure Bella. Lei, la creatura perfetta, l’occasione che il dottore aspettava. Ma Bella mangia (o cerca di farlo) a tavola con il suo creatore, lui la osserva, senza sosta, tramite l’aiuto del suo collaboratore Max McCandles. Un rapporto quindi diverso dalle altre tenere mostruosità da lui create, in cui l’acerba capacità di comprensione della donna diventa il ponte di connessione, oltre quello della scienza, tra due esseri umani.


Bella cresce, e la sua crescita è rapida quanto la crescita dei suoi capelli. E la svolta avviene in una freudiana scena in cui Bella per la prima volta scopre l’autoerotismo. “Perverso Polimorfo”, in cui però, se nelle teorie di Freud la parola “Perversione” non ha nessun connotato di giudizio, la società che circonda la protagonista non trova moralmente accettabile questa scoperta.

E così Godwin deve correre ai ripari. I believe I see love between you and Bella afferma a tavola davanti ad un sorpreso Max McCandles. Come ogni donna in epoca vittoriana (e non), la sessualità deve essere strettamente collegata alla tradizione del matrimonio. Questa richiesta da parte del Dottore a Max apre anche un discorso assai diverso, in cui forse la teoria Freudiana decade quando Godwin, a sua volta sorpreso, risponde alla domanda riguardo il tipo di rapporto che ha con Bella, in cui nega di giacere con la ragazza poiché eunuco e sopraffatto da sentimenti che vanno oltre quelli immorali della sessualità, cioè quelli da padre.


“Tonight at midnight I secretly run away with one Duncan Wedderburn.” Così annuncia un’emozionata Bella la sua fuga con Duncan, il terzo uomo della sua vita dopo God” e Max, colui che è pronto a soddisfare i desideri e le voglie della donna, concedendole il privilegio di passare del tempo con lui. Ma a Bella questo sta bene, chiede libertà, pur non usandola mai come parola, esprimendola tramite la richiesta al suo creatore di darle un bacio e lasciarla andare, con la promessa di tornare non appena avrà sperimentato ciò che la vita può offrire. Un uomo quindi come mezzo per la fuga, ed un desolato Godwin accetta la volontà della figlia/creatura, lasciandola preparare per la sua fuga annunciata con l’aiuto della governante. E come il suo nickname dolcemente usato da Bella, “God” lascia libero arbitrio alla sua creatura.

Colui che sembra invece opporsi in modo più decisivo è proprio Max, promesso in sposo a Bella, preoccupato delle intenzioni di Duncan sulla sua “amata”. Non vuole permettere che l’uomo si prenda gioco dell’innocenza della donna, conosce la reputazione dell’avvocato, e sa che: “He has insidious ways to get under a naive woman’s skin”.


Un contratto prematrimoniale è pronto a sancire l’unione tra il collaboratore e la giovane donna, la quale, è ben ricordare, ha il cervello di una bambina, mentre una semplice richiesta di conoscere quello che sta fuori dalla sicurezza della loro casa è vista come una sfida, una decisione sconsiderata e sbagliata, conseguente solo al suo essere naive. Per la prima volta nella sua artificiale corta vita Bella decide da sola.


Ambientazioni Lanthimosiane, né vere né finte, una futuristica ma antica visione fatta di luoghi creati in studio, che diventano teatro e mondo in cui la protagonista si muove e viene portata dall’ormai compagno di viaggio e di esperienze sessuali Duncan Wedderburn. Scene di passionali intercorsi tra i due, che giacciono a letto, in cui una Bella si chiede perché il mondo non giri attorno a quello che hanno appena fatto, dando occasione al poco modesto uomo di vantarsi delle sue esperienze e le sue eccellenti doti, informandola che rischierà di non vivere più momenti come quelli. Ma se da una parte la scoperta sessuale di Bella prosegue a suon di “Furious Jumping!”, il percorso di crescita personale della donna comincia attraverso una passeggiata in solitaria nelle strade di un’immaginaria Lisbona.


Il pensiero della donna però torna sempre al padre/creatore, tramite corte e disordinate ma efficaci cartoline che spedisce, tenendo aggiornato l’uomo su ogni sua scoperta, senza nessun filtro, portando il suo promesso sposo a chiedere conferma del tipo di relazione tra la sua “amata” e il poco raccomandabile Duncan. L’assenza di Bella porta “God” a riprovare il suo esperimento. Questa volta la creatura è Felicity. Ma il rapporto è diverso da quello che sin dall’inizio del film notiamo dell’uomo con la sua creazione, distante, i progressi lenti della nuova arrivata sembrano solo peggiorare o portare l’uomo a desiderare il ritorno della sua amata Bella.


Ma la conoscenza, la sperimentazione e la scoperta di nuovi interessi, che arricchiscono non solo il vocabolario ma la modalità di pensiero di Bella aumentano sempre di più. Ed è proprio questa consapevolezza ad allontanare e annoiare Bella della sua relazione con Duncan, e a sua volta preoccupare il suo compagno di viaggio: “You are losing some of your adorable way of speaking”. Lui non è più abbastanza. Gli occhi di Bella scoprono la filosofia, la tristezza e le ingiustizie di una società che le impone di comportarsi e parlare nel modo corretto, quando la medesima permette ed è complice delle cause che portano Bella a disperarsi e piangere per ciò che lei non può aggiustare e curare.


Ed è proprio l’arrivo a Parigi in cui una ormai più cosciente Bella scopre la prostituzione e il socialismo. Abbandona quel Duncan di cui la sua visione infantile l’aveva portata a considerare come unica via di fuga e unico uomo. Trova quindi idee e considerazioni mai fatte, come quella di chiedere il motivo per cui l’uomo deve scegliere la donna con cui giacere senza considerare ciò che lei possa pensare dell’uomo. Ma la risposta arriva decisa da Madame Swiney, che pone Bella davanti alla impensabile ma necessaria spiegazione della necessità, priorità e bisogno.

Il racconto ci pone davanti alla consapevolezza del fatto che tramite le donne che Bella incontra nella sua grande avventura arrivano gli insegnamenti più importanti. E sono loro a connettere quei punti mancanti della storia di vita della donna, come nell’iconica scena in cui Bella giace con Toinette, che le chiede riguardo la sua baby scar, e il motivo della sua negazione:



Bella: “I am not lying! My God told me himself.”

Toinette: “Un homme?

Bella: “Oui.”

Toinette: “Voilà.”


Un dialogo nel suo piccolo significativo e quasi perfetto per descrivere le vicende della povera creatura Bella Baxter. E qui avviene il penultimo e forse più importante apprendimento, quello della verità.


Godwin, ormai sicuro di un male incurabile, invita Bella a tornare, forse come ultimo desiderio. La donna che si pone davanti a lui è ormai cresciuta, lo dimostra con le parole e con la richiesta di verità. Bella è una sua creazione. Bella esiste per la disgrazia di una donna a lei sconosciuta. Ed è la verità a portare a compimento l’esperienza di crescita e di diventare la donna che non era destinata ad esistere. La verità quindi, che si presenta il giorno del suo matrimonio, quando Alfie, uomo a cui era sposata nella sua vita come Victoria, interrompe la cerimonia, imponendo il suo possesso sulla donna, la quale acconsente, senza chiedere spiegazione, se non quella di sapere di più su se stessa e cosa abbia portato lei ad una tale infelicità. Ma la tristezza della realtà è di nuovo protagonista, di nuovo un uomo vuole dominarla, possederla e rinchiuderla. Tenerla per sé, giudicando il suo percorso di crescita e pronto a prendere misure di precauzione per cui lei non possa più scegliere. Ma la scelta avviene. Ed è di nuovo Bella a prenderla. Come “God” suo creatore, ella decide a sua volta di creare una sua creatura, una mostruosa conseguenza della ricerca della libertà che le è dovuta - e tramite studio e amore per quella strana vita che non doveva essere.E, come un dio caritatevole, abbraccia e bacia la fronte del suo creatore non onnipotente e non eterno, ricambiando il gesto che le ha aperto le porte alla verità.


Dayana Isabel Callà


Comments


bottom of page